
L’ostetricia e la neonatologia, in altre parole tutte le nascite, all’ospedale La Carità. La ginecologia operatoria alla clinica Santa Chiara. Annunciato negli scorsi mesi, il progetto di collaborazione tra l’ospedale pubblico e l’istituto privato del gruppo Moncucco nel Locarnese partirà a giugno e durerà un anno e mezzo. Oggi la formalizzazione di un’intesa ritenuta necessaria da entrambi i vertici dei due istituti.
Le motivazioni di Santa Chiara ed EOC
“È importante oggi e lo sarà ancora di più in futuro”, ha commentato il direttore dell’Ente ospedaliero cantonale Glauco Martinetti, che argomenta: “Le nascite stanno calando e gestire due centri di nascite a Locarno nel prossimo futuro diventa impossibile. A livello svizzero abbiamo una carenza di personale medico e infermieristico e anche per questo motivo è strategico riuscire a dividerci i compiti”. “C’è l’aspetto delle risorse e dei costi”, gli ha fatto eco il direttore della Clinica Luganese Moncucco Christian Camponovo. “Ma la bontà del progetto, ha continuato, è soprattutto quella di assicurare per i prossimi 15-20 anni delle prestazioni per le donne del Locarnese”.
Ma con che criteri ci si è suddivisi i compiti? “È stato messo in campo molto apertamente chi voleva occuparsi di cosa”, ha spiegato ancora Martinetti, specificando che “tenere le nascite nel pubblico era comunque molto importante”. Un accordo che nei prossimi mesi comporterà una perdita per il gruppo Moncucco. Per Camponovo la priorità è comunque quella di garantire il settore nel Locarnese nel lungo termine.
"Una collaborazione diversa rispetto al 2016"
Per tutta la sua durata il progetto sarà monitorato e, in caso di successo, confluirà in quella che sarà poi l’assegnazione dei mandati della pianificazione ospedaliera. Fiducioso dell’esito il direttore del DSS Raffaele De Rosa: “È stato un discorso spontaneo venuto dal basso e penso sia un esempio virtuoso che potrà essere seguito magari anche per altri casi”, ha commentato, lasciando quindi la porta aperta a possibili collaborazioni future. E questo nonostante il tema non faccia l’unanimità nel nostro Cantone. Nel 2016 il popolo aveva in effetti bocciato la modifica di legge EOC che andava in questa direzione. Ma l’intesa, spiega ancora De Rosa, questa volta è diversa: “Allora si parlava di collaborazioni strutturate con creazione anche di società anonime. Questo progetto è una miglior suddivisione delle competenze che entrambe le strutture potrebbero sì fare, ma con dei doppioni e una concorrenza ingiustificata”. Un’intesa che secondo De Rosa non solo garantirà più qualità nelle cure ma permetterà anche di contenere la spesa sanitaria.