Degli 80 milioni di utili della BNS che andranno al Ticino, 35 vanno destinati ai comuni ticinesi mediante un contributo pro capite (100 franchi per abitante in base alla popolazione residente di ciascun comune), mentre i restanti finiranno nelle casse cantonali, da utilizzare per ulteriori priorità o riserve finanziarie. La proposta è contenuta in una mozione presentata da sette deputati leghisti, primo firmatario Alessandro Mazzoleni, al Governo.
Sostegno ai comuni
Secondo i deputati gli 80 milioni destinati al Ticino rappresentano "un'opportunità unica" per sostenere in maniera concreta le comunità locali. "I Comuni", sottolineano, "essendo l'istituzione più vicina ai cittadini, svolgono un ruolo cruciale nella gestione quotidiana del territorio, nella fornitura di servizi essenziali e nel garantire una qualità di vita adeguata alla popolazione. Tuttavia, molti comuni affrontano sfide economiche crescenti, dovute a una maggiore richiesta di servizi, all'aumento dei costi di gestione e agli investimenti necessari per infrastrutture, ambiente ed educazione. Nelle recenti polemiche politiche tra i due livelli istituzionali si sente spesso dire che i Comuni sono ormai solo degli sportelli operanti su decisioni cantonali verso le quali non hanno nessun potere decisionale".
Un gesto di solidarietà istituzionale
La spesa prevista per questa misura, come detto, è stimata in 35 milioni di franchi, calcolata sulla base di una popolazione cantonale di circa 350mila abitanti. "Tale importo rappresenta il 43,75% degli utili BNS e lascia al cantone una considerevole disponibilità di 45 milioni di franchi per altri impieghi". L'invito al Consiglio di Stato è di valutare "con urgenza questa proposta" e presentare al Gran Consiglio un messaggio contenente i dettagli operativi per l'assegnazione dei contributi ai comuni. "Questo intervento non solo rafforzerebbe i Comuni ticinesi, ma rappresenterebbe anche un gesto tangibile di solidarietà istituzionale e attenzione verso il territorio", concludono i deputati leghisti.