
L’argomento lupo continua a tenere banco e a preoccupare gli allevatori. Nella giornata di ieri, il predatore è stato fotografato a una cinquantina di metri di distanza da un allevamento di pecore a Varenzo, in Leventina. Malgrado gli animali siano protetti da reti elettrificate alte oltre un metro, il timore di possibili predazioni persiste, dato che un attacco si era già verificato lo scorso anno. In quell'occasione le pecore predate erano state 36. “Ciò che ci preoccupa è che in passato il lupo ha dimostrato di poter scavalcare all’occorrenza le recinzioni, malgrado la loro altezza”, ci dice la proprietaria degli animali Natascha Bettosini, la quale gestisce assieme al marito un’azienda agricola in Leventina dove alleva capre, pecore e yak. Inoltre “la sicurezza al 100% non esiste, perché i fattori da considerare sono tanti: selvaggina inseguita dal lupo può, ad esempio, rompere le reti nella fuga, consentendo al predatore di entrare nel recinto”.
“Regolamentare il lupo”
Il problema, prosegue Bettosini, non è legato alla singola predazione, “quanto al fatto che il lupo può uccidere anche 20 pecore e mangiarne magari solo una. Per non parlare di quelle che sopravvivono, agonizzanti, nonostante le ferite. È giusto consentire agli animali di godere di ampi spazi aperti in primavera, dopo i lunghi mesi invernali passati nella stalla, ma per fare ciò bisogna ridurre i pericoli”. Quando si arriva all’eccesso “occorre regolamentare. Si parla sempre di convivenza, ma con il lupo siamo andati troppo oltre”, conclude Bettosini.