Società
Vendite da record per i negozi Caritas, segno che in Svizzera la povertà è in aumento
Redazione
9 ore fa
La povertà in Svizzera continua a crescere: nel 2024, i negozi di Caritas hanno registrato un record di vendite, segno di un disagio sempre più diffuso. Nel nostro Cantone la vendita nei negozi è calata ma sono aumentati i contatti con i servizi sociali di Caritas Ticino.

La povertà in Svizzera continua a crescere, e i dati del 2024 lo confermano. Sono oltre un milione le vendite nei negozi di Caritas, un triste record che riflette le difficoltà economiche di molte famiglie. E anche in Ticino i quattro punti vendita di Caritas sono molto frequentati, ma qui la situazione è diversa. “I dati rispetto al 2023 sono praticamente immutati”, ci conferma il vicedirettore di Caritas Ticino Marco Fantoni. “Nei nostri quattro negozi – Chiasso, Pregassona, Giubiasco e Locarno – si è registrata una flessione del 4% sulle vendite. Ad eccezione di qualche prodotto alimentare si vendono principalmente abiti, mobili e oggetti usati al servizio del territorio, che le persone ci donano con la speranza di potergli dare una seconda o terza vita”.

In Ticino negozi aperti a tutti

A differenza del resto della Svizzera, i negozi ticinesi non vendono alimentari e sono aperti a tutti, senza bisogno di una tessera rilasciata dai servizi sociali. Una scelta, ci spiegano, fatta per favorire l’inclusione e permettere a chiunque di accedere a questi spazi, indipendentemente dalla situazione personale. Capita, però, che qualcuno, anche per acquisti di pochi franchi, esprima delle difficoltà. Cosa succede in questi casi? “Sono capitate persone che, ad esempio, ci hanno detto di non potersi permettere un abito da 10 franchi. In quel caso noi usiamo l’abito come strumento di relazione in cui noi proponiamo la messa in contatto con il nostro servizio sociale, affinché venga approfondita la situazione”.

Il servizio sociale Caritas

Ed è a questo punto che entra in gioco il servizio sociale di Caritas Ticino, il quale offre supporto a chi si trova ad affrontare momenti di difficoltà. Spesso, ci spiegano, la fragilità economica si accompagna ad altre problematiche, come la gestione di documenti o pratiche burocratiche. Un fenomeno in crescita, come dimostra l’aumento del 20-25% di nuovi contatti registrati nel 2025. Ma come si traduce, in concreto, questo sostegno? “In genere ci contattano telefonicamente, o i diretti interessati o i loro assistenti sociali”, ci spiega Chiara Pirovano, collaboratrice dei servizi sociali della Caritas. “Se è la persona a chiamarci facciamo un breve colloquio conoscitivo per capire quale sia il problema principale e la sua situazione. Dopodiché si fissa un appuntamento. Se la persona ci ha chiamato per un problema di indebitamento di cui è consapevole, allora procediamo con un’analisi della situazione, cercando di capire se è possibile già impostare un piano d’azione o se invece servono altre informazioni o documentazione. Poi la cosa procede, ma sono percorsi molto personalizzati. Di base durano almeno qualche mese, raramente sono situazioni che si risolvono in pochi giorni. Ma le persone ne sono consapevoli”. Un percorso fatto di ascolto, analisi e soluzioni su misura per chi, anche in Ticino, fatica sempre di più a sostenere le spese quotidiane.