Sanità
Verso l'addio dell'obbligo di contrarre, Denti: "È molto preoccupante"
Redazione
4 ore fa
Il presidente dell'Ordine dei medici è critico sulla mozione accolta alle Camere federali. "Come medici possiamo già annunciare fin da ora il lancio di un referendum”.

Oggi se un medico è autorizzato a praticare e se una prestazione sanitaria è coperta dalla Lamal, la cassa malati è tenuta a coprirne il costo. In futuro potrebbe non più essere così. Una mozione del consigliere agli Stati Peter Hegglin (Centro) è stata infatti accolta dal Nazionale, dopo che in autunno aveva ottenuto il via libera dai "senatori". L’atto parlamentare chiede di eliminare l’obbligo a contrarre, permettendo così agli assicuratori di scegliere un certo numero di medici che rispettino anche una serie di criteri di efficienza ed economicità. Al momento, invece, come ha commentato la Commissione sanità del Consiglio degli Stati, una volta ottenuta l’autorizzazione il medico può fatturare praticamente senza ulteriori restrizioni. E l’autorizzazione è basata solo su criteri formali, come le qualifiche e le dotazioni minime in termini di infrastruttura. Non è invece preso in considerazione alcun fattore a livello di economicità o qualità delle cure.

Favorevoli e dubbiosi

Secondo entrambe le Camere, la caduta dell’obbligo a contrarre permetterebbe di controllare i crescenti costi della salute e avere successo dove le moratorie cantonali sul numero di studi medici non hanno avuto successo. Eviterebbe anche, affermano, di creare regioni con una concentrazione eccessiva di medici, spingendo anche a servire le zone dove c’è invece carenza. Dubbi sono invece stati sollevati da una minoranza in Consiglio nazionale, secondo cui gli assicuratori conquisterebbero troppo potere e il rischio è che scelgano medici e altri fornitori di cure solo in base ai criteri di economicità e non di qualità.

Denti: "Lanceremo un referendum"

“Tutto ciò è molto preoccupante”, ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei medici, Franco Denti, intervenuto a Ticinonews. “Questa mozione non è altro che il frutto di altri tentativi fatti in passato con cui si chiedeva la perdita della libera scelta del medico e dell’ospedale dove farsi curare. Io credo che tale scelta sia stata una grande conquista della democrazia, oltre ad aver permesso di crescere in qualità". In ogni caso, "come medici possiamo già annunciare fin da ora il lancio di un referendum”.

"Medicine a più velocità"

Per quanto concerne i rischi concreti per i pazienti, secondo Denti "avremmo medicine a una, due tre, quattro velocità. Chi avrà i soldi si farà curare, chi non li avrà si arrangerà, come succedeva in passato”. Bisogna dire che la limitazione del numero di studi medici non ha avuto praticamente nessun impatto sui costi della salute…"Come deve essere, perché ancora una volta si sbaglia, confondendo i costi della salute con i premi di cassa malti. I costi della salute in Svizzera aumentano fisiologicamente del 3-4% annuo. I premi di cassa malati - si veda l'esempio del Ticino - del 10% all’anno. Non vi è più alcun rapporto tra i due aspetti. Lo ripetiamo da tempo, ma evidentemente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Quale futuro per il sistema sanitario?

Guardando al futuro del sistema sanitario, Denti ritiene che le possibilità ci siano, "ma è necessario agire. Il nostro Cantone, in particolare, deve cambiare marcia, pianificare realmente la medicina stazionaria, riducendo i volumi senza tuttavia incidere sulla qualità”. Le notizia a breve termine, almeno per quanto riguarda il Ticino, non sono però delle migliori. "A settembre, come ha già detto una consigliera federale alcuni mesi fa, per il Ticino ci prospetta un nuovo aumento dei premi del 10%. E se non si farà nulla, ce ne sarà un altro nel 2027”, conclude il presidente dell'Ordine dei medici.

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