
"Non si può più restare in silenzio davanti a questa situazione". È per questo che Giorgio Fonio, consigliere nazionale e vicepresidente del Centro ticinese, mercoledì al Comitato cantonale del partito ha anticipato la volontà di lanciare un'iniziativa popolare per vietare l'utilizzo degli smartphone nelle scuole. "È necessario intervenire con delle misure più forti per proteggere i nostri giovani", spiega a Ticinonews, aggiungendo che "ora si sta affinando il testo e tra pochi mesi l'iniziativa verrà lanciata". Parallelamente alla proposta centrista "si deve cercare di potenziare l'educazione all'uso di questi apparecchi, spiegando le conseguenze che può avere un utilizzo sbagliato, come dimostrano i casi di cyberbullismo che hanno portato anche a dei gesti estremi". Una situazione "di cui siamo responsabili e per questo bisogna chiedere alla popolazione che strada seguire: provare a intervenire o fare finta di nulla".
"Un tema importante"
Per Ilario Lodi, responsabile di Pro Juventute Svizzera italiana, il divieto degli smartphone a scuola "è un tema molto importante che non può essere lasciato al caso. Ma prima di tutto bisogna definire un concetto di divieto a livello di educazione, dando a chi si occupa di questo i mezzi per esercitare le proprie responsabilità". L'esperto tuttavia non crede che "i divieti portino da qualche parte, ma una soluzione che comprenda anche la possibilità di introdurre un veto per alcuni soggetti in situazione di difficoltà o complessità, non è da salutare negativamente".
"Si può vivere bene anche offline"
Vietare l'utilizzo del cellulare a scuola "è una misura urgente e necessaria" per Adriano Merlini, presidente del sindacato Vpod docenti. Questo "non perché si ha paura che lo studente utilizzi lo smartphone per copiare durante una verifica, ma perché bisogna insegnare ai giovani che si può vivere bene anche senza essere connessi alla rete per qualche ora".