"Preoccupante, strutturale e trasversale a tutta la società". Così il consigliere di Stato Norman Gobbi ha definito oggi il fenomeno della violenza domestica nel corso di una conferenza stampa organizzata a Palazzo delle Orsoline per tracciare il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica e presentare alcune misure attivate nel corso degli ultimi 12 mesi. Allo stesso tempo, è stata l’occasione per lanciare la Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica che si terrà a Bellinzona sabato 25 novembre e la campagna mondiale “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, che a partire dal 25 novembre proporrà una serie di iniziative sino al 10 dicembre prossimo.
Alcuni dati
Partendo dalle cifre, nel 2022 in Svizzera sono stati 19'978 i reati commessi in ambito di violenza domestica; gli omicidi sono stati 25, ossia il 59,5% di tutti gli omicidi consumati (42). 61 i tentati omicidi, 123 i reati per lesioni gravi, 2'167 per lesioni semplici e 6'497 i reati per vie di fatto. Circa il 40% di tutti i crimini di violenza registrati dalla Polizia è classificato come violenza domestica; nel 70.2% dei casi la vittima è una donna, contro il 29.8% che ha riguardato un uomo. In Ticino la situazione parla, sempre per il 2022, di 652 infrazioni in ambito familiare, in massima parte per lesioni semplici, minacce o ingiurie, ha sottolineato il direttore del DI. Le forze dell’ordine sono intervenute 983 volte per arginare episodi di violenza domestica e proteggere le vittime.
Gli assi di intervento
Sia il Piano d’azione nazionale sia quello cantonale hanno lo scopo di eliminare la violenza domestica. Un obiettivo che si potrà raggiungere – ha affermato Gobbi – attraverso la massima collaborazione tra tutte le autorità cantonali e comunali coinvolte e la società civile. A questo proposito il consigliere Stato ha sottolineato che il bilancio che si può tracciare in questo 2023 è positivo. L’obiettivo principale del piano cantonale è rendere strutturale il sistema di contrasto alla violenza domestica. Gli assi d'intervento sono quattro: prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento degli autori e politiche coordinate.
Le misure
La Direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, si è dal canto suo soffermata proprio sul Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica adottato nel 2021 e aggiornato nel 2022, ricordando che sono un’ottantina le misure previste nei quattro assi d’intervento. Sul fronte del perseguimento, attinente al Dipartimento delle istituzioni, tra le misure attivate si segnalano la creazione del Centro di competenza “Violenze” presso la Polizia cantonale e la revisione totale della Legge sulla Polizia. Quest’ultima introduce la base legale per il processo di gestione delle minacce e proroga dagli attuali 10 ai futuri 30 i giorni di allontanamento. Da menzionare anche le misure svolte o in fase di organizzazione nel campo della formazione grazie alla piena collaborazione delle associazioni di categoria.
Braccialetto elettronico per gli stalker
Dal primo gennaio 2022 vi è inoltre la possibilità per le vittime di stalking e violenza domestica di chiedere al giudice civile di dotare l’autore di un dispositivo elettronico. "Non si tratta di una misura penale e serve a controllare che un ordine di un giudice di non entrare in un determinato perimetro della vittima venga rispettato”, ha precisato Andreotti.
Attività per sensibilizzare
L’Aggiunta alla direttrice della Divisione della giustizia, Monica Bucci, ha poi presentato le numerose attività previste, nell’ambito della sensibilizzazione, sia in occasione della Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica prevista sabato 25 novembre in Piazza Nosetto, nell’adiacente Palazzo Civico e a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, sia nel corso dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. “Abbiamo organizzato un ciclo di eventi di quattro serate”, ha spiegato Bucci. La quarta e ultima sarà in realtà una giornata i cui obiettivi “concernono la sensibilizzare della popolazione e la volontà, tramite un workshop, di lavorare in collaborazione per capire quali sono i possibili margini di miglioramento. Per questo motivo, la presenza delle Istituzioni è fondamentale”.
L’aspetto medico
Infine, il Dottor Mattia Lepori, vice capo area medica dell’EOC, ha illustrato la modalità di gestione dei casi di violenza domestica nei servizi di Medicina d’Urgenza e Pronto soccorso dell’Ente ospedaliero, ricordando come da gennaio a fine settembre i casi di violenza domestica registrati dagli operatori sanitari presso le sette strutture dell’EOC sono stati complessivamente 161. “Fino a fine 2020 noi operatori sanitari sottostavamo all’obbligo di segnalare ogni vittima di reato o sospetto reato all’autorità inquirente”, ha ricordato Lepori. Da marzo 2021 invece, la segnalazione dei casi di violenza domestica che si presentano al pronto soccorso “necessita del consenso della vittima. È stato un grosso cambiamento, poiché implica il farsi carico anche di un processo di sensibilizzazione degli operatori e delle vittime, sulla necessità che siano loro a portare avanti un’eventuale domanda di perseguimento dell’autore”. Questo “presuppone una serie di parametri quali la messa in sicurezza fin dall’arrivo della vittima, l'assicurarsi della massima confidenzialità nel trattamento dei dati, la valutazione del rischio della presenza di una recidiva, la raccolta della documentazione clinica, l’orientamento delle vittime al momento della loro dimissione, l’accompagnamento in un’eventuale procedura di segnalazione e, infine, l'assicurarsi che la dimissione avvenga in modalità sicura”.