Uffici postali
Vitta: "Con la Posta abbiamo ribadito il nostro malcontento, ora cerchiamo soluzioni condivise"
© Chiara Zocchetti
© Chiara Zocchetti
Redazione
16 ore fa
Il presidente del Governo Christian Vitta ha espresso delusione per la mancanza di coinvolgimento preventivo da parte della Posta nella riorganizzazione degli uffici postali in Ticino. Ha chiesto un'evoluzione del progetto presentato e la ricerca di soluzioni condivise con i comuni interessati.

Si è tenuto oggi a Bellinzona l'incontro tra i vertici della Posta e il Consiglio di Stato, durante il quale - lo ricordiamo - si è parlato della riorganizzazione, o chiusura, degli uffici postali in Ticino. Ticinonews ha quindi raggiunto e intervistato il presidente del Governo Christian Vitta, il quale ci ha dapprima spiegato che "dalla parte della Posta ci è stato confermato di aver aperto un dialogo con i Comuni interessati da questa trasformazione. Da parte nostra abbiamo invece manifestato tutta la nostra delusione per come è stata gestita la comunicazione, perché non siamo stati coinvolti preventivamente. Ci si aspettava, per lo meno, di avere un quadro di quello che si stava delineando e quindi in particolare avere una lista dei Comuni e delle sedi toccate da questa annunci. Dall'altra parte abbiamo auspicato che questo dialogo con i comuni sia concreto e non sia solo di forma e facciata, ma permetta davvero di approfondire tutti gli scenari ipotizzabili e si cerchino delle soluzioni consensuali con i comuni stessi. Inoltre, dalla lista delle venti trasformazioni che sono state annunciate, che è una percentuale rilevante rispetto al totale che si fa a livello svizzero, riteniamo che si sia margine nel dialogo con questi comuni, per valutare da parte della Posta se ci sono alcune rinunce che possono essere anche effettuate da parte loro.

L'intervista

Quindi avete anche chiesto un passo indietro? Magari pensando alla contrarietà già espressa dai Comuni, dai sindacati e da una parte della politica?

"Piuttosto un'evoluzione del progetto che hanno presentato, perché eventuali modifiche possono avvenire attraverso un approfondimento e attraverso anche argomenti che le autorità comunali devono portare. E poi la ricerca di eventuali soluzioni condivise laddove le stesse possono essere anche valide. Perché alla fine ciò che importa è il servizio anche alla cittadinanza e all'utente".

Una strategia - si è difesa la Posta - data anche dalle abitudini cambiate dei consumatori, da necessità finanziarie e dalla volontà di potenziare altri servizi. Come Consiglio di Stato condividete?

"Siamo consapevoli che il mondo cambia, la società cambia e cambia anche il servizio pubblico quindi deve adeguarsi. Se determinati servizi non sono più richiesti dalla popolazione ci deve essere un'evoluzione e un adattamento alle abitudini della popolazione. In questo senso, quindi, comprendiamo che ci siano dei lavori di approfondimento e di trasformazione anche per seguire questi cambiamenti della società. Dall'altro lato però è importante che ad esempio i nuovi ambiti di sviluppo che possono esserci tengano conto delle varie regioni del Paese e su questo punto abbiamo intavolato una discussione per valutare possibili nuovi servizi che la Posta sviluppa a livello nazionale e che potrebbero trovare sede nel nostro cantone. Abbiamo maturato un'esperienza positiva nel settore informatico dove la Posta ha sviluppato un centro di competenza in Ticino. Ecco che ci siamo lasciati con l'impegno a approfondire eventuali possibili altri campi di sviluppo nel nostro cantone, questo nell'interesse anche dell'occupazione. Siamo restati d'accordo che dopo questa fase di dialogo con i Comuni, ci ritroveremo Posta e Cantoni nel mese di gennaio 2025 per avere un quadro aggiornato della situazione".

Non avete solo toccato il tema delle trasformazioni perché sappiamo che si sta anche discutendo l'orario di consegna della Posta e dei giornali, altro tema di discussione?

"Sì, abbiamo approfittato di questo incontro per ribadire un malcontento che soprattutto nei media scritti serpeggia attorno ai costi di distribuzione dei giornali e ai tempi di consegna, quindi all'orario di consegna dei giornali, che si è prolungato nel tempo nell'arco della giornata e sfavorisce anche la carta scritta rispetto ad altri canali di comunicazione. In questo senso abbiamo ribadito questo malcontento che abbiamo anche noi rilevato presso gli attori locali, e la Posta ha preso atto di questo malcontento. Per altro devo dire che su questo tema erano già informati e ci sono già dei contatti con il settore interessato".

E su questo ambito la Posta potrebbe fare un passo indietro?

"Ad essere sincero su questo ambito non si sono sbilanciati anche perché è un tema che tocca il Ticino ma più in generale è una lamentela che arriva anche da altri attori che operano nella carta scritta a livello nazionale".