Cinema
Zamora, il debutto alla regia di Neri Marcorè
Redazione
14 ore fa
Una commedia ambientata in Lombardia che prende una sfida di calcio tra scapoli e ammogliati come scusa per raccontare quel che succedeva a donne e uomini poco prima del Sessantotto. L’intervista di Ticinonews durante il festival Castellinaria.

L’attore italiano Neri Marcorè ha presentato ieri a Castellinaria il suo primo film da regista: Zamora. Una pellicola che racconta la storia di un uomo che suo malgrado, per tenersi il lavoro, dovrà partecipare alla partita di calcio aziendale tra scapoli e ammogliati, ma all’inizio della storia non so tenere in mano un pallone e si è venduto come portiere. 

"Erano anni che volevo misurarmi con la regia"

Nonostante sia la prima volta, invece, Neri Marcorè convince alla regia: “Sono soddisfatto di questo primo passo nella regia perché erano anni che avrei voluto misurarmi con con questo ruolo - spiega ai microfoni di Ticinonews - Sono sempre stato attore quindi mi sarebbe piaciuto sperimentarmi nel ruolo di regista mettendo anche a disposizione l’esperienza che ho maturato sui set”. La genesi di Zamora è curiosa perché “poteva essere già un film 20 anni fa, di cui sarei stato io il protagonista. In seguito hanno cambiato idea e sono passati vent’anni”. Ora il film Neri Marcorè non solo lo ha interpretato ma lo ha anche diretto: “È una storia che conoscevo e avevo voglia di raccontarla”.

Buttarsi nella vita come nel pallone

A differenza dell'omonimo romanzo scritto da Roberto Perrone, da cui è tratta la pellicola, nel film il finale resta aperto: “Nel romanzo il protagonista decide comunque di non farsi prendere dalla mania del calcio, regalando al custode la sua sacca con dentro scarpini e divisa. Nel film invece non c’è tanto una repulsione verso il calcio, ma quel gioco è per lui un confronto con il maschile e una volta rotto il ghiaccio con il mondo esterno che lui giochi a pallone o meno è relativo. In realtà per il protagonista l’importante è l’apertura verso un mondo nel quale non ha mai osato mettere piede. Il nuovo Walter si butta. Ha imparato a buttarsi come tuffarsi in porta e quindi anche nella vita, anziché evitare l’ennesima sfida, la accetta e si prende le sue responsabilità a prescindere da come andrà a finire”, conclude Neri Marcorè.