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Diversi istituti di formazione superiore svizzeri hanno incluso il tema della blockchain e criptovalute nei propri corsi di studio. E il grande pubblico? Qual è il legame tra la sensibilizzazione finanziaria per tutti e le criptovalute?
L’educazione finanziaria è un aspetto chiave nella formazione, non solo negli studi universitari, ma in generale nella vita quotidiana di tutti. Formarsi per orientarsi e capire e al contempo per migliorare e innovare la società in modo consapevole. Il ruolo della ricerca e della formazione rimangono cruciali, a tutti i livelli, tuttavia assumono un ruolo ancor più importante quando nuove tecnologie si diffondono: proprio come con Bitcoin, con le sue opportunità e sfide.
Non è tuttavia così scontato che gli istituti di formazione includano questi temi nei loro percorsi e in generale la sensibilizzazione su cosa siano tali strumenti e le loro implicazioni sia svolta in modo chiaro e accessibile a tutti. Basti pensare alla velocità di diffusione di tali tecnologie e, nel caso di Bitcoin, al suo accesso universale. Tutti possono approcciarsi a bitcoin (digital divide, a diversi livelli, permettendo), compresi quindi i minori e chi non potrebbe magari permettersi tali utilizzi. Il mercato dei nuovi prodotti finanziari è dunque un mondo aperto a tutti caratterizzato da vantaggi e incertezze.
Complessivamente, il mercato crypto presenta diverse opportunità. Non è insolito leggere storie di giovani neolaureati, provenienti dalle più prestigiose università che hanno deciso di investire in criptovalute, fondando aziende di trading, nelle quali si vendono e comprano strumenti finanziari (azioni, valute, ecc…). Al contempo spesso si incappa sui social media in contenuti di sedicenti “guru delle crypto”, che con frasi ad effetto cercano di persuadere gli utenti ad investire. O ancora i medesimi, siano essi fondatori o sedicenti guru della finanza, finire alla ribalta per importanti fallimenti e truffe.
Le truffe d’altra parte sono tante, come anche i truffatori. Aumentando sempre più di numero, le criptovalute sono diventate possibili luoghi di facili inganni.
Alcuni consigli possono tuttavia aiutare: facilità e velocità di guadagno sono alcune delle narrazioni più diffuse e seduttive nell’ambito crypto. Possibilità che possono portare alla cosiddetta FOMO, ovvero fear of missing out, in altre parole il senso di “paura-angoscia” nel rimanere esclusi da un qualcosa percepito come importante. Il senso di arrivare troppo tardi rispetto agli altri e di perdere un’occasione unica, specialmente in ambito di guadagni può portare a delle reazioni frettolose a questi temi con conseguenze, a volte, spiacevoli. Un classico esempio è il rug pull, termine che in italiano fa riferimento alla metafora di “sfilare letteralmente il tappeto da sotto i piedi di qualcuno", provocando la caduta in modo repentino chi vi era sopra. In ambito di criptovalute, in questo caso, gli sviluppatori del progetto lo abbandonano dopo aver incassato i soldi degli investitori. Oppure i finti exchanger promossi ad esempio su piattaforme come Discord o Telegram, che promettono una vincita in Bitcoin una volta iscritti al portale tramite un semplice deposito per attivare l’account che permette tali investimenti (ad esempio chiedendo un deposito che sembra piccolo e innocuo come 0,01 BTC, ma che tuttavia equivale a migliaia di franchi).
D’altra parte, il fattore tempo non è per niente una tecnica nuova. È infatti un approccio utilizzato comunemente nel mondo del marketing (digitale e non). Il fattore tempo fa leva sul nostro bisogno di agire in fretta. È un fattore che può innescare la necessità di rispondere rapidamente alle nuove opportunità. Inoltre, tale esigenza è amplificata dalla presenza di altre tecniche persuasive messe in atto da chi gestisce i luoghi online dove fare i propri acquisti: frasi ad effetto, dati che mostrano i possibili guadagni, testimonial convincenti, ecc..
Un altro aspetto da considerare è la semplicità e la facilità d’uso delle piattaforme dedicate ai nuovi prodotti finanziari. Anche in questo caso va ricordato che l’atto di selezionare gli investimenti con semplici click, a volte facendolo in modo giocoso, può avere un impatto sulle finanze di ciascuno e in quelle della propria famiglia.
Un altro fattore è legato al lato speculativo dei token digitali (criptovalute, NFT,...): il tentativo di ottenere un aumento di guadagno dalle fluttuazioni dei prezzi di tali prodotti finanziari può generare una sorta di eccitazione che può portare a sua volta ad atteggiamenti quasi compulsivi nel verificare l’atteso guadagno, sconfinando in alcuni casi in forme di ludopatia. Esserne consapevoli diventa quindi fondamentale per proteggersi e arginare situazioni spiacevoli.
Tuttavia, come accade in molti altri settori, a fronte di conseguenti problematiche, la società ha risposto tramite progetti educativi e di sensibilizzazione. Pensiamo ad esempio al tema delle abitudini alimentari non equilibrate, oppure pratiche di guida e di vita stradale scorrette e alle conseguenti iniziative e campagne di sensibilizzazione. Allo stesso modo, anche per il mondo dei nuovi prodotti digitali finanziari è importante agire in questa direzione.
Si è già visto nel passato il tema della necessità di accompagnare individui e famiglie nella gestione dei propri patrimoni. Se da una parte, come accade nelle banche, ci si può affidare a un consulente patrimoniale, nel settore pubblico vi sono alcune iniziative come il Franco in Tasca. Un’iniziativa cantonale nata nel 2014, dove attraverso una serie di storie di esempi di indebitamenti di individui hanno l'obiettivo di sensibilizzare e prevenire, e portare le persone coinvolte o potenzialmente coinvolte in queste situazioni a chiedere aiuto e a informarsi.
Pertanto, una buona digital financial literacy intesa come la capacità di comprendere e utilizzare i nuovi prodotti finanziari digitali in modo consapevole e critico può tradursi in una maggiore inclusione finanziaria e in una migliore gestione delle proprie risorse.
In questo contesto, va considerato che l’avvento di Bitcoin ha portato alla ribalta concetti finanziari come la gestione dei propri fondi senza l'intermediazione di terze parti (come banche o istituzioni finanziarie) e in generale la possibilità di gestire in modo autonomo i propri beni finanziari. Al contempo Bitcoin ha messo in evidenza il concetto dell’inclusione finanziaria a livello globale, soprattutto per coloro che sono esclusi dal sistema bancario tradizionale (ad esempio, persone senza documenti o che vivono in aree remote o svantaggiate), nonché la resistenza alla censura delle transazioni in Bitcoin. Non da ultimo, il limite massimo di Bitcoin definito a 21 milioni di unità pone l’accento sul concetto di preservazione del valore di una moneta nel tempo che Bitcoin ha identificato in questo sistema definito, a differenza delle valute fiat soggette all'inflazione. L'emancipazione finanziaria che possono dare le crypto, anche in funzione dell'aspetto della disintermediazione e della custodia personale di tali averi conferisce quindi agli utenti autonomia e indipendenza dalle quali derivano grandi responsabilità.
Il nuovo mercato di prodotti finanziari digitali pone pertanto nuove sfide non solo nella formazione ma in generale nella sensibilizzazione rivolta al grande pubblico, in quanto volenti o nolenti siamo esposti a concetti, opportunità e sfide dilaganti che riguardano gli averi di ciascuno e che al contempo possono avere un impatto per la comunità.
Articolo di: Mjriam Prudente e Maria Luisa Giannetta