L'anno scorso i giornalisti svizzeri hanno pubblicato 179 contributi utilizzando le leggi federali e cantonali sulla trasparenza. Si tratta di oltre il 50% in più - +57% - rispetto all'anno precedente. Dieci anni fa, solo 13 contributi erano stati pubblicati grazie a queste leggi, secondo quanto riportato oggi dall'associazione Loitransparence.ch/Öffentlichkeitsgesetz.ch.
Persiste una certa resistenza
Queste disposizioni garantiscono ai giornalisti l'accesso ai documenti ufficiali. Inoltre, promuovono la trasparenza nelle amministrazioni. Tuttavia, l'anno scorso, i professionisti dei media hanno ancora incontrato resistenza alla pubblicazione di documenti. A livello nazionale, ad esempio, il Dipartimento federale delle finanze si è rifiutato di fornire elenchi di documenti relativi alla acquisizione d'emergenza di Credit Suisse da parte UBS, ha spiegato l'associazione, che si è rivolta all'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza. Quest'ultimo ha raccomandato di rendere accessibili almeno gli estratti della gestione aziendale. Tuttavia, secondo l'associazione, l'accesso a questi "importanti documenti" rimane tuttora limitato.
L'esempio di Zurigo
Anche a Zurigo i giornalisti non hanno potuto accedere ad alcuni documenti richiesti. Stando al comunicato, la polizia comunale si è rifiutata di fornire al portale Tsüri.ch informazioni sull'uso del software di riconoscimento facciale. La polizia avrebbe addotto "motivi tattici di indagine". Secondo l'associazione, tali rifiuti generalizzati impediscono un dibattito aperto sull'uso di tecnologie sensibili.