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"La SSR non è in concorrenza con le emittenti private"
© CdT/Gabriele Putzu
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Keystone-ats
un giorno fa
È quanto sostiene uno studio del Fög dell'Università di Zurigo. L'istituto raccomanda inoltre una maggiore cooperazione tra media pubblici e privati.

La maggioranza della popolazione non si informa esclusivamente con i contenuti della SSR, ma li abbina a quelli dei media privati. È quanto rileva nel suo annuario sulla qualità dei media l'Istituto di ricerca di opinione pubblica e società (Fög) dell'Università di Zurigo. In base a quanto riportato oggi da Fög, il 61% degli utenti della SSR consuma anche media privati, mentre questi ultimi vengono utilizzati solo dal 38% delle persone che non si servono di programmi di informazione della SSR. Inoltre gli utenti della SSR consumano più frequentemente media pendolari e scandalistici su tutti i canali (75%) rispetto ai non utenti (58%). Solo il 4% degli intervistati consuma esclusivamente notizie online della SSR. Si tratta di una percentuale significativamente più bassa rispetto a quella di coloro che utilizzano solo i media scandalistici e tabloid online (26%) o solo i media in abbonamento (8%), secondo Fög.

Idea infondata

L'idea che i media pubblici siano in concorrenza con quelli privati "risulta infondata". "La pressione sui media svizzeri viene principalmente dall'esterno, ossia dalle piattaforme tecnologiche mondiali che catturano gran parte dei ricavi pubblicitari online", ha dichiarato Mark Eisenegger, direttore di Fög in occasione della presentazione dell'ultimo annuario sulla qualità dei media oggi a Zurigo. Fög raccomanda una maggiore cooperazione tra media pubblici e privati. Questo per contrastare le piattaforme tecnologiche che sottraggono gran parte della pubblicità online. Secondo Eisenegger questa è la sfida più grande per tutti i media di servizio pubblico e privato. Tuttavia, i media raggiungono sempre meno persone: la quota di chi non si informa in Svizzera è infatti salita a un record del 46%. Sebbene la qualità dei media sia complessivamente buona, essi hanno un problema di copertura. La situazione finanziaria tesa ha portato a una concentrazione dei contenuti, viene sottolineato. Nelle comunicazioni regionali, ad esempio, i contributi vengono utilizzati da più media. Fög ritiene problematica un'ulteriore perdita di diversità a livello locale e regionale, a causa del numero ridotto di notiziari quotidiani.

"Echo der Zeit" in cima

Fög attribuisce la migliore qualità ai programmi radiofonici e televisivi della SRF, rispettivamente con 7,7 e 7,5 punti, su una scala che va fino a 10. La trasmissione radiofonica "Echo der Zeit" si piazza al primo posto con 8,1 punti, davanti a "Rendez-vous" (7,9 punti). Con 6,4 punti la televisione privata si è classificata alla pari dei giornali in abbonamento online. I giornali tabloid e dei pendolari con rispettivamente 4,6 e 5 punti occupano gli ultimi posti. Tuttavia, lo studio prevede miglioramenti a lungo termine in ambito di rilevanza e diversità, dato che vengono pubblicate più notizie di grande interesse. Questo grazie ai cambiamenti giornalistici che si concentrano maggiormente sulla qualità.

Il 57% non pagherebbe nulla per online

Trovare utenti pronti a pagare per il giornalismo online sembra difficile: il 57% degli intervistati ha dichiarato che non pagherebbe nulla. Un altro 35% sarebbe disposto a mettere sul piatto meno di 10 franchi al mese. Il prezzo mediano degli abbonamenti online, secondo lo studio, è di 18 franchi al mese. Gli intervistati - con 7 punti su una scala fino a 10 - si fidano maggiormente dei notiziari della SSR. Seguono Le Temps e NZZ con rispettivamente 6,8 e 6,6 punti. All'altra estremità vi è il Blick con 5 punti, allo stesso livello di GMX e Yahoo News.

Grande scetticismo nei confronti dell'IA

Lo studio mostra anche che la popolazione rimane scettica sull'uso dell'intelligenza artificiale (IA) nel giornalismo. Quasi tre quarti degli svizzeri valutano i rischi dell'IA nel giornalismo come elevati, persino più alti rispetto ad altri settori della società come la politica o l'esercito. Secondo l'analisi, più l'IA interviene direttamente nella produzione giornalistica, come la produzione di testi o immagini, maggiore è lo scetticismo. Secondo il vice capo della ricerca di Fög, Daniel Vogler, questo è probabilmente uno dei motivi per cui gli svizzeri non sono disposti a utilizzare le notizie generate dall'IA. Tuttavia, l'uso dell'IA per le traduzioni, le analisi dei dati o la ricerca è sostenuto dalla maggioranza. L'annuario dei media viene pubblicato dal 2010, con lo scopo, secondo Fög, di approfondire il dibattito sulla qualità dei media e promuovere la conoscenza dei risultati del giornalismo d'informazione nella società.

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