Ticino
Aiuti cantonali ai media chiusi in un cassetto, Isabella: "Si potrebbe riprendere il dossier"
Redazione
2 mesi fa
La proposta formulata dall’allora deputato centrista Lorenzo Jelmini potrebbe venire rispolverata. Il relatore: "I conti del cantone in questi anni non ci hanno permesso di velocizzare sul tema”.

“Passività di fronte alla crisi dei media”. È l’accusa mossa dall’Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) alla politica (anche quella cantonale) dopo la notizia di ieri relativa ai 5,5 posti di lavoro che il quotidiano laRegione dovrà tagliare. Un tema, quello del sostegno da parte della politica al settore dell'informazione, già emerso in passato; pochi giorni prima dello scoppio della pandemia, l’allora deputato centrista Lorenzo Jelmini presentò una mozione in cui chiedeva di introdurre aiuti indiretti cantonali ai media. Nel 2021, il Consiglio di Stato liquidò la questione: il motivo? Le Camere stavano per sfornare un pacchetto di aiuti federali. Il resto è storia nota: nel 2022 questo pacchetto venne bocciato dal popolo alle urne. Ma la proposta di Jelmini, a livello cantonale c’è ancora e giace nei cassetti della Commissione economia del Gran Consiglio. Sul tema, il relatore è Claudio Isabella, granconsigliere del Centro. “Siamo in attesa di caprie cosa succederà a livello federale”, afferma Isabella ai microfoni di Ticinonews. “Inoltre, i conti del nostro cantone in questi anni non ci hanno permesso di velocizzare sul dossier. Ora invece lo si potrebbe tirare fuori, visti anche gli ultimi dati per quanto riguarda il preventivo 2025, con gli 80 milioni arrivati da Berna”.

Jelmini: “È la politica a dover decidere”

Il dossier cantonale potrebbe quindi sbloccarsi, senza più attendere che le Camere federali decidano se, quanto e come fornire aiuti indiretti alla stampa. “Ai tempi era un atto dovuto e alla luce delle notizie emerse in questi giorni, è una richiesta che deve essere affrontata”, spiega Jelmini, che aggiunge: “È un atto politico, per cui è la politica a dover decidere se il pluralismo nell’informazione è un aspetto importante”.

Bassi: “L’informazione deve saper reagire ai cambiamenti del mercato”

L’iniziativa di Jelmini non precisava il tipo di aiuti indiretti previsti per la stampa cantonale. Lo scopo era di trovare una convergenza trasversale nel Parlamento ticinese con una soluzione condivisa. Anche dalla destra: la sua proposta era stata infatti sottoscritta da Amanda Rückert della Lega, mentre l’Udc rimane contraria. “Ci sono due temi fondamentali. Uno è quello dell’indipendenza tra l’informazione dei media e la politica: degli aiuti, diretti o indiretti, potrebbero compromettere quella che è la neutralità dell’informazione”, esemplifica la deputata democentrista Raide Bassi. “Vi è poi un secondo aspetto, che è quello del mercato; l’informazione è un’attività economica a tutti gli effetti e deve anche potersi adeguare e saper reagire ai cambiamenti di mercato”.

Le proposte

Negli scorsi mesi il tema degli aiuti ai media è già tornato in Parlamento con un’interrogazione di Giulia Petralli dei Verdi. Nella sua risposta, il Governo ribadisce: prima di muoverci in Ticino, aspettiamo le decisioni di Berna. Ma che tipo di soluzione si potrebbe vedere come aiuto cantonale alla stampa? “Un esempio potrebbe essere quello del canton Friburgo, ovvero co-finanziare abbonamenti alle testate giornalistiche, soprattutto per i più giovani e per gli anziani”, risponde Petralli. “Ma penso anche a degli investimenti diretti per dei progetti specifici, come la digitalizzazione”.

Jelmini: “Un’informazione variegata è fondamentale”

Nel frattempo, il settore vive una crisi esistenziale. Purtroppo, però, non è l’unico a essere in difficoltà. “Ci sono sempre temi più importanti, ma anche permettere alle persone di avere una corretta e più variegata informazione è fondamentale per far crescere la società e la cultura nel nostro cantone”, conclude Jelmini.

I tag di questo articolo