Nel 2024 in Ticino sono stati sei i casi segnalati di sindrome sgombroide, causata verosimilmente dal consumo di piatti a base di tonno in aziende di ristorazione. Quattro sono stati notificati al Laboratorio cantonale dagli stessi clienti o dal personale medico che ha preso in carico i pazienti, mentre altri due sono stati segnalati direttamente dagli esercizi coinvolti. In queste situazioni, si legge in un comunicato del Laboratorio cantonale, è necessario intervenire immediatamente per scongiurare l’eventualità che altri cittadini consumino il medesimo alimento.
Le raccomandazioni
In due dei casi segnalati è stato possibile prelevare delle porzioni di tonno, che hanno in seguito mostrato un contenuto non conforme di istamina. Gli interventi ispettivi hanno inoltre messo in luce “delle carenze nella gestione di queste derrate”. Le raccomandazioni, valide per chi cucina in ristoranti, pizzerie, Take Away e altri luoghi simili, ma anche per i consumatori, sono di conservare il tonno - ma anche sardine e alici - nell’assoluto rispetto della catena del freddo (mai fuori dal frigorifero). Il tonno fresco, così come in generale i prodotti freschi della pesca, “deve essere conservato a temperature non superiori ai 2°C”. Occorre inoltre "utilizzare scatolame di ridotte dimensioni in funzione dell’uso e non conservare quindi scatole aperte troppo a lungo a temperature non adatte; scongelare in frigorifero e mai a temperatura ambiente; attenersi scrupolosamente alle indicazioni del produttore circa le modalità e i tempi di conservazione".
Altri possibili casi
Oltre ai casi di sindrome sgombroide, nel 2024 sono stati segnalati al Laboratorio cantonale, da parte di consumatori, altri 12 episodi di presunta malattia di origine alimentare (infezione, tossi-infezione, intossicazione). In seguito a questi annunci, laddove possibile, “sono state condotte indagini epidemiologiche e si è proceduto ad analisi microbiologiche o chimiche sui campioni prelevati”. In nessuno di questi casi è stato possibile identificare la fonte esatta dei sintomi. Ciò in particolare “a causa dell’assenza di resti delle derrate sospette e/o di informazioni lacunose da parte dei pazienti”. In una parte degli episodi, un’origine non alimentare - come può essere ad esempio la trasmissione di Norovirus tra persone che vivono a stretto contatto - "sembrava essere la spiegazione più probabile".
Intossicazioni tra le mura domestiche
Il Laboratorio cantonale sottolinea anche che molte intossicazioni alimentari “avvengono purtroppo in ambito casalingo". Derrate alimentari crude come la carne, il pollame, il pesce, i frutti di mare, oppure frutta e verdura non lavate “possono, per loro natura, essere contaminate da germi patogeni". Se gli alimenti non sono preparati correttamente, "questi germi possono provocare nausea o altre malattie”.
Come comportarsi in caso di intossicazione
A causa delle svariate sostanze che possono essere veicolate da una derrata alimentare, un'intossicazione può avere effetti molto diversi. In ogni caso, si consiglia di consultare il proprio medico e, in caso di crisi acute, di chiamare subito il 144 per un intervento medico d’urgenza. Se l’intossicazione alimentare ha avuto luogo in un esercizio pubblico ticinese o è stata causata da un prodotto acquistato nel nostro cantone, la raccomandazione è di informare il Laboratorio cantonale affinché possa effettuare le verifiche necessarie e adottare le misure appropriate alfine di evitare che altre persone siano toccate dal problema.